lunedì 2 dicembre 2013

Abbiamo vinto???

Il 23 Novembre Red Ronnie twitta questo.


Qualcuno si interessa alla vicenda: il 30 Novembre Luciana Landoni, di Repubblica.it (Milano), scrive:
-Un’azienda dolciaria conosciuta in tutto il mondo che utilizza l’idea di una liceale per la campagna pubblicitaria di un suo prodotto senza interpellare l’autrice: l’accusa è stata lanciata dal conduttore televisivo Red Ronnie attraverso il suo profilo Twitter ufficiale. "Guardate come Ferrero ha rubato l’idea grafica di una ragazzina di Pavia per la sua pubblicità. No Bueno", si ironizza nel tweet. Il disegno ripreso dall’azienda di Alba è stato realizzato da Giuditta Fiocchi, 18enne studentessa del liceo artistico Volta di Pavia, per il manifesto di una mostra dello scorso maggio al Castello Visconteo.
(Rettifico io: in realtà realizzato per uno dei compiti di scuola e poi utilizzato anche come immagine del manifesto in questione)
Giuditta, che si dice "molto soddisfatta" dell’attenzione ricevuta da uno dei marchi più conosciuti del made in Italy, ha già scritto una lettera alla Ferrero, ma senza ricevere risposta. Non chiede alcun riconoscimento economico, vorrebbe solo essere coinvolta in "eventuali progetti futuri".-




Il primo Dicembre, Red Ronnie twitta ancora: "Abbiamo vinto! La Ferrero ha chiamato la ragazzina di Pavia da cui hanno copiato pubblicità". 

E su Repubblica.it (Milano) troviamo la conferma del padre di Giuditta:
"Ci ha telefonato un dirigente della Ferrero - racconta Romano Fiocchi a La Provincia pavese - Ci ha assicurato che l'idea è originale e che l'avevano lì da tempo, ma ha riconosciuto il talento di Giuditta: la coinvolgeranno in un progetto a cui stanno lavorando".


In Italia oggi la creatività non è mai stata più lontana dal significato e l'utilizzo improprio della parola stessa. Forma e contenuto sembrano essere diventati concetti astratti e la ragione fondamentale è una sola: mancaza i soldi.
Le agenzie chiudono o piangono miseria, le case di produzione idem, e l'assenza di soldi si tramuta in assenza di idee e ancor prima di cervelli, per apparenti alchimie socio-culturali... il "socio-culturale" è quella cosa che da noi in 20 anni ha fatto grandissimi balzi indietro.
I clienti, vedendo calare le vendite e dovendo centellinare le spese anche sul fronte pubblicità, vogliono controllare maggiormente il prodotto finito, ma ovviamente non ne posseggono i requisiti e vogliono farlo in un epoca che non lo consente, perché di fatto "maggior controllo" significa "maggiore disponibilità economica".
La agenzie per necessità danno corda al cliente e questa loro incondizionata disponibilità si unisce a un prematuro ricambio generazionale, perché in caso di crisi, chi è bravo e ha esperienza fa le valigie, subentrano i juniores, che obiettivamente non hanno ancora gli strumenti adatti e che, sempre per ragioni "socio-culturali", sono meno o peggio preparati delle generazioni passate.

Pochi soldi = clienti più preoccupati e quindi esigenti + fuga della creatività.
Agenzie prostrate e creativi acerbi + clienti a briglia sciolte = disastri pubblicitari

Esempio di una recentissima campagna che io e
alcuni colleghi stiamo ancora cercando di capire

Uno dei disastri pubblicitari che connota quest'epoca è il copiare male (non il copiare, che s'è sempre fatto). E' sintomatico constatare che un'agenzia copi dall'idea di una diciottenne.
E a meno che non nasci genio, purtroppo anche le idee hanno un'età.

Nello stesso calderone di confusione socio-culturale, mistificazione e incompetenza, viene cotta a fuoco lento l'innocenza della ragazza, che da diciottenne idealista "non chiede alcun riconoscimento economico, ma si accontenterebbe di essere coinvolta in eventuali progetti futuri".
L'atteggiamento è terribilmente sbagliato e nessuno spiega a lei o alla famiglia che non solo sarebbe suo diritto il riconoscimento della "paternità" dell'idea, ma che tale riconoscimento implicherebbe anche un pagamento dello sfruttamento economico di quell'idea.
Quello che mi stupisce è che anche Red Ronnie è contento: "Abbiamo vinto!"
E in mezzo a tanta gente disinformata o disorientata, complice più o meno consapevole dell'ennesima uccisione di un diritto, il "dirigente della Ferrero" gioca i suoi due assi vincenti: assicuriamo che l'idea è originale e coinvolgeremo la ragazza in progetti a venire.
Una mossa da maestro... quello che però fa il minimo sindacale.
Tutti contenti e coglionati.


Una simile vicenda, gestita altrettanto male, è accaduta non molto tempo fa a Juan Luis Garcia, che anziché citare l'agenzia, ha scritto una lettera strappalacrime a Spike Lee, il quale giustamente gli ha risposto: "ma chi ti conosce!??"
In rete se n'è parlato abbondantemente.

Per la cronaca, la Ferrero (o chi per lei) non è nuova a un riutilizzo lecito o non di idee, format, formule.
Ecco un esempio che molti hanno già dimenticato.

Herba - ideato nel 1996 da Nazca Saatchi & Saatchi di Buenos Aires

Kinder Ferrero - copiato nel 2007 da Pubbliregia 
(l'agenzia di comunicazione interna a Ferrero)

Et voilà! Ecco come una porcata diventa prassi. PNB, India - 2009

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