sabato 3 maggio 2014

Napoli Comicon, ovvero come farti incazzare con gentilezza - Tragicomico reportage della mostra sullo Storyboard

Premetto che sono contento, perché finalmente in Italia un Salone Internazionale del Fumetto ha ospitato una mostra sullo Storyboard. Aggiungo che quasi tutto lo staff del Napoli Comicon è stato gentilissimo e l'ospitalità impeccabile. 

Ho fatto un salto a Napoli per dare un'occhiata e tenere una specie di workshop, ma ancora non sapevo a cosa andavo incontro... quella che segue è più o meno la cronaca.

Entriamo nel Padiglione Mostre e da subito ci chiediamo perché la sirena di una fabbrica suoni ogni due secondi assordando i visitatori.


Alino è il responsabile delle esposizioni del Comicon. La sirena suona per tutta la mattinata. D'altronde il murales non è delimitato da alcuna barriera architettonica e tutti quelli che salgono nelle sale delle mostre ci passano davanti facendo scattare l'allarme. Ma andiamo avanti...

Mi avvicino commosso ad alcuni storyboards originali di Alex Toth, il maestro! Quelli prodotti per Hanna-Barbera... probabilmente la cosa più preziosa in tutto il padiglione.


Se lo sapesse Marco Soldi, si farebbe esplodere nel patio della Fiera d'Oltremare, in mezzo a tutti i cosplayers. Per coerenza mancano i credits di molti altri artisti.


La mostra fortunatamente è attraversata da moltissimi visitatori.

Alcuni avventori leggono avidamente i pannelli che io ho scritto e un grafico ha impaginato alla buona (per usare un'espressione elegante). Vana la mia speranza che li stampassero su PVC.

Qualcuno scatta foto.

Chiediamo ad Alino perché non ci sono i monitor su cui avrebbero dovuto proiettare le scene, gli animatics e gli spot che quasi tutti gli autori in mostra rocambolescamente e in pochissimo tempo sono riusciti ad inviarmi.

Voglio credere ad Alino, perché le mostre saranno visitabili per un mese e spero tanto che nei prossimi giorni qualcuno installi quei tablets: catalizzerebbero l'attenzione di chiunque e permetterebbero ai visitatori di confrontare i disegni e le immagini filmiche che ne sono scaturite.
Intanto la nostra visita prosegue.

L'immagine che segue si commenta da sé: in basso la lettera di presentazione che Dean Tavoularis scrisse per Paolo Morales dopo lo splendido lavoro fatto con gli storyboards de Il Padrino - Parte III.

A un certo punto gli alienini di Gipi vengono a trovarci. Io temo che vogliano fregarci i visitatori, ma la verità è molto più drammatica.



























Nessuno capisce la loro lingua e quindi nessuno può aiutarli.
Abbandono il decadente (e un po' allagato) Padiglione Mostre con un certo sconforto e tanta speranza per il futuro.
Mi aspetta un workshop che dovrei tenere nella Sala Clerville e mi chiedo da giorni come si possa fare un workshop in due ore, ma confido nella vibrazione del momento. Raggiungo la Sala Clerville e scopro che la Sala non è una "sala", ma la piazza di un mercato: un angolo in mezzo al corridoio nel Padiglione Editori, dove a causa del viavai e del frastuono fare anche una microconferenza è una bella impresa. Attacco di bile.

Sulle prime vorrei darmi alla macchia, ma interrogo i ragazzi seduti ad aspettare e alcuni mi dicono che effettivamente sono lì per il workshop. Non posso tirarmi indietro. Chiedo assistenza ai tecnici (gentilissimi anche loro), perché mi serve un computer per mostrare un po' di scene e chiacchierare di semantica delle inquadrature, ma il computer che mi viene fornito non legge un normalissimo file avi. Dicono che è colpa mia perché a casa ho il Mac.
Mentre armeggiano, improvviso qualche numero di avanspettacolo per non far scappare i presenti.

Fra migliaia di passanti, un rumore di fondo assordante, la completa incapacità di sentire la mia voce o le domande di chi mi sta davanti, metto in pratica tutti gli insegnamenti di teatro contemporaneo decimo dan che ho appreso in una vita precedente. E qualcosa accade.

Prima di lasciare il Napoli Comicon col desiderio di non voler mai più partecipare a mostre e incontri, incrocio per caso Laura Scarpa al suo stand. Mi torna in mente che un mese prima m'aveva chiesto con urgenza (e gentilezza ovviamente) alcune immagini per finire di allestire la monografia su Roberto Recchioni. Le sorrido, domando se poi ha più usato quelle immagini, apro il libretto e...


Lascio il Comicon senza voltarmi. Per fortuna c'è un sole che spacca le pietre e possiamo farci una bella passeggiata.




12 commenti:

Falso papà ha detto...

Eheheh, a leggerlo è divertente, magari a viverlo.. Meno.

The Passenger ha detto...

Hai tutta la mia comprensione e stima.

Skiribilla ha detto...

grazie di aver spiegato il perché di quelle parole di ieri!
(peggio di quello che avevo immaginato, comunque)

il decu ha detto...

@Falso papa
Viverlo meno, ma parlarne è liberatorio.
Io già non sono più incazzato, anche perché al Comicon ci passano 50mila persone.
Spero che si incazzino altri.

@The Passenger
Tu sei direttamente coinvolto.

@Skiri
Se il successo è decretato dai biglietti staccati, le vendite e i cosplayers, basta eliminare le mostre, chiamarla Fiera e fine dei giochi.

Unknown ha detto...

Mi è dispiaciuto non poter essere presente, ma per "partecipare" minimamente Le segnalo che Gabriel Hardman ha postato alcuni suoi storyboard di Superman Returns qui: http://gabrielhardman.tumblr.com/post/84438907230/storyboards-from-superman-returns-2006-by

il decu ha detto...

Andrea Sistarelli, credo ci si possa dare del TU.
Se mi hai passato questo link, devi aver capito che considero Hardman un grande storyboard artist.
E in effetti lo è.

laura scarpa ha detto...

Pronti (e in ginocchio sui ceci) a fare il possibile per rimediare. Ti chiamo a Roma. E complimenti per storyboards e ironia narrativa!

il decu ha detto...

Laura, so che c'è stima e certe sviste capitano (anche se in questo caso è stato un po' come sparare sulla croce rossa)...
Credo ci sia poco da rimediare, a meno che non stamperete una seconda edizione.
:)

Per questo scrivo un post scherzandoci su.

Grig ha detto...

Per non parlare della puzza di morto che c'era nella sala di Dave Mckean. Sono scappata per la nausea. Della """"""sala conferenze"""""""" me ne sono accorta pure io. Solo un cantante heavy metal aveva speranza di farsi sentire da quelli seduti a due metri di distanza.

il decu ha detto...

Io ogni tanto chiedevo se si sentiva, ma tutti annuivano... forse erano ancora terrorizzati dalla scena precedente in cui avevo sgozzato il tecnico del computer.

krapula ha detto...

Io non ci riesco a leggerla la lettera a Morales! Sarà che ho un Mac…chiamate un tecnico!
No, ma, a parte gli scherzi…cosa c'è scritto?

il decu ha detto...

Vabbèh, non era pubblicata perché si leggesse.
Comunque c'è scritto che era velocissimo e brillante.
Un preziosissimo aiuto.

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